Dino Frisullo – in bicicletta da Roma a Bari … per passione e per amore

Grazie ad un articolo di Matteo Pucciarelli su Repubblica mi è tornato alla mente un episodio da leggenda, quando purtroppo quasi del tutto sconosciuto. Lo ricordavo (e cercando su internet ne ho avuto conferma) in una versione leggermente diversa. Lo riporto nella “versione che ricordavo” così come raccontato da Eugenio Melandri (dalle cui parole si evince che sia capitato tante volte…) e Giovanni Russo Spena (la cui testimonianza dovrebbe essere riportata nel libro proprio di Pucciarelli dedicato alla storia di Democrazia Proletaria)  …. è possibile farsi in bicicletta migliaia di chilometri per stampare volantini o distribuire un giornale? è possibile arrivare a lavorare per le altre e gli altri ore e ore fino ad addormentarsi davanti il pc? è possibile che si arrivi al punto di donarsi agli ultimi, agli indifesi, agli impoveriti, agli oppressi, per chi cerca una voce che non ha? è possibile dirsi di sinistra, comunista, fare politica per decenni senza mai mai mai pensare anche solo per un secondo a far carriera, a sgomitare per l’affermazione personale, senza far sotterfugi per distruggere, inseguire poltrone, accordi, accordicchi, pronti a qualsiasi compromesso, con chiunque (anche se fino a pochi secondi prima dicevi di essergli l’alternativa?), arrivando ad annacquare e considerare robaccia di ultim’ordine ideali e passioni?  Si, ed è accaduto. Con l’auspicio che accada ancora, e mai smetta di accadere, mi permetto di condividere qui su facebook (e sul mio sito web, per l’ennesima volta rinato negli ultimi anni di questa scapestrata e caotica esistenza…) con compagne e compagni che spero apprezzeranno (e chiedo scusa a chi non riuscirò a taggare ma faccialibro fa fermare a solo 20 persone…) mentre le ultime ore di questa giornata (anche se l’orologio già segna quella successiva) si apprestano a chiuderla …   Alessio Di Florio

 

 

Diventava duro, coriaceo, a volte irritante, cocciuto fino a quando non aveva trovato e speso l’ultima carta. Per sé, nulla. Non aveva soldi. Tutti noi ci domandavamo sempre come facesse a tirare avanti. Aveva 20 metri quadrati in una casa occupata, dove andava pochissimo e che usava piuttosto per aiutare altri in momenti di emergenza. Quante volte ha dormito per terra; o sul tavolo dell’ufficio. Quante volte si è addormentato sopra quel piccolo computer da cui sono usciti centinaia di articoli, di comunicati stampa, di volantini. Era fatto così Dino. La sua vita è costellata di fatti che sembrano la continuazione dei “fioretti di San Francesco“.

Da quando, militante di Democrazia Proletaria, veniva da Bari a Roma in bicicletta, per poter usare i soldi del rimborso spese per l’attività tra i lavoratori, fino a quando te lo potevi trovare al mattino, sdraiato davanti alla tua porta di casa a dormire. “Sono arrivato tardi. Non ha suonato per non disturbarti e mi sono messo qui“.

http://www.eugeniomelandri.it/nero-su-bianco/dino_frisullo.htm

 

Di sicuro, gran parte del corpo militante di DP è rimasto fuori dal palazzo, irrimediabilmente contaminato da quella stessa passione comunista e da quello stesso senso di coerenza che fu, per fare un paio di nomi, di Frisullo e di Impastato. Dino Frisullo: la sua ultima battaglia fu a favore del popolo curdo e la condusse fino al punto di fare la diretta conoscenza delle galere turche. Aveva lasciato un tranquillo posto da impiegato comunale in un piccolo comune pugliese scegliendo la fame della militanza politica. Racconta Russo Spena: “Dovevamo fare un volantino per la succursale Magneti Marelli di Bari e non avevamo i soldi per stamparlo. Lui cosa fece? Si fece dare i soldi per il biglietto del treno, la seconda classe ovviamente. Prese la bicicletta e ci arrivò a Bari. Da Roma. Coi soldi risparmiati per il treno fece stampare i manifesti”.

http://www.propostacomunista.org/rubriche/7-libri/251-e-i-mohicani-rimasero-fuori-dal-palazzo

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.