Il a chi jova? party in spiaggia, gli sfragelli mai avvenuti a Casalbordino e le spianate reali a Vasto

Il a chi jova? beach party continua a macinare polemiche ed episodi a dir poco discutibili. E la tappa abruzzese, è cronaca di questi ultimi giorni, buon ultimo alla fine non ha mancato l’appello. Non ripeterò quanto scrissi nel dicembre scorso http://heval.altervista.org/spiaggia-il-nostro-fido-non-possiamo-portarlo-ma-il-concerto-di-jovanotti-bollinato-dal-panda-e-sostenibile/ . Da notare comunque che le perplessità su localizzazione e massiccio afflusso di decine di migliaia di persone e mezzi che ebbi 6 mesi fa già si stanno ampiamente dimostrando tutt’altro che campate per aria. E mancano ancora oltre due mesi …

ruspevastojovaparty Lo scorso 21 maggio risposi ad alcune persone “magari a Vasto Marina i lavori privati nell’ambiente dunale fossero come quelli a Casalbordino”. Se non fosse per quel privati scopertosi di troppo, non pensavo sarei stato cassandra in così breve tempo. Rispondevo alle sollecitazioni e preoccupazioni di alcune persone che avevano visto su whatsapp e facebook un video (pochi secondi che, in realtà, non dimostravano alcunché) che, a detta di chi l’ha diffusa, documentava che a Casalbordino – nel tratto di spiaggia di fronte l’Hotel Sporting – stavano sfragellando (testuale) le dune. Notevole la didascalia del video “stanno prendendo sabbia a ridosso delle dune di Casalbordino per portarla a stabilimenti quasi in mezzo all’acqua più a nord”, peccato che stavano spostando pietre e rifiuti per portarle più a sud e che a nord dell’Hotel Sporting – come sa chiunque conosca e frequenti il litorale di Casalbordino – non ci sono stabilimenti … il giorno successivo sono – anche se conoscendo area e quanto vi avviene ogni anno – comunque sceso. Per increduli e curiosi ho una discreta galleria di foto a documentare la situazione trovata: nessun centrimetro quadrato di duna è stato toccato e, a pochi centrimetri da dove è passata la ruspa utilizzata, i fiori di camomilla sono tutti intatti. Il 21, però, il video fu stra diffuso, fu chiamata la Capitaneria e si scatenò un polverone a non finire. E’ notizia dei giorni scorsi, finita agli onori della cronaca nazionale, che durante i lavori preparatori della tappa vastese del Jova Beach Party è stata spianata un’area di nidificazione del fratino. La cui tutela è, anche per attivisti (ed ex) abruzzesi del wwf, partner del tour di jovanotti. La stampa locale ha riportato la notizia che alti dirigenti del panda affermano di non aver condiviso l’iniziativa e di star protestando vivacemente. Ne prendiamo atto. Restano dubbi e interrogativi ben precisi:

  • L’area è stata spianata per spostare lì un parco giochi. Domanda: hanno affermato che stanno controllando passo passo organizzazione e lavori, quando è emersa l’esigenza di una nuova location e lo spostamento del parco giochi, si son preoccupati di dove sarebbe stato spostato?
  • in occasione di un banale, lineare e tutt’altro che devastante interventino a Casalbordino c’è stata una immediata mobilitazione che ha scatenato il finimondo. Possibile che invece, a lavori in corso, nulla hanno visto su Vasto? E che, se non fosse stato per la segnalazione di un volontario e cittadino, nulla sarebbe stato visto neanche dopo?
  • E la distanza da SIC e Riserva Naturale Regionale, quale sarà? Come la si metterà con eventuali tutt’ora altri nidi di fratino presenti?
  • Mentre sto scrivendo questo testo, leggo il comunicato appena uscito del sindaco di Vasto. Che smentisce che ci sia stata “disattenzione per il fratino”, accusando “esperti di fake news, allarmismo sociale e avvelenamento di pozzi” di sperare “con le loro notizie false, di avere il palcoscenico sovra regionale”. Nello stesso comunicato si rivendica che le aree protette sono quelle che vedono il Comune di Vasto “lavorare insieme alle associazioni ambientaliste di rilievo nazionale come Legambiente e WWF, quest’ultimo anche partner tecnico del Jova Beach Party”. Ma sulla stampa l’unica presa di posizione (su cui nulla aggiungo rispetto a quanto già espresso) dovrebbe essere (se altre mi son sfuggite chiedo venìa) del vicepresidente nazionale di quest’ultima … dobbiamo forse ipotizzare che il nido di fratino che dovrebbe esser stato lì non sia stato comunicato al comune? E la collaborazione tra chi ospita l’evento, il partner e l’organizzazione delle tappe del tour?

Ultima considerazione sulla logistica. Leggo sulle testate locali che, in occasione del concerto,  “Vasto Marina sarà chiusa al traffico. Anche la statale 16 dal casello di Vasto nord fino alla rotatoria di San Salvo Marina”. Quindi, se dall’entroterra vastese, Casalbordino, Pollutri, Villalfonsina, Scerni e gli altri comuni vicini si volesse andare verso San Salvo bisognerà prendere obbligatoriamente l’autostrada? Chi lavora a Vasto, o comunque volesse salire nella parte alta della città, quel giorno non potrà se non con un percorso molto più lungo e tortuoso? Idem se si volesse/dovesse andare a San Salvo? E se si volesse andare a fare rifornimento di carburante alla stazione sulla statale all’ingresso nord di Vasto? Saranno approntate navette dai due caselli autostradali per raggiungere l’area del concerto (tutto il resto no, quindi?). A Vasto sud quale sarà l’area parcheggio? E a Vasto nord, dove eccetto la sucitata stazione di benzina e il parcheggio del supermercato grandi spazi non ci sono?

 

Alessio Di Florio

Ex iscritto wwf (come riportato a dicembre, e nulla aggiungo su questo a quanto scritto a dicembre già richiamato all’inizio di questo testo, e ambientalista casalese)

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.