Mediterraneo, la nave nera che vuol ostacolare le navi umanitarie

La C-Star, promossa da un network europeo di estrema destra, da alcune settimane solca il Mediterraneo. Un viaggio tra fermi, arresti e misteri

 

La storia della Repubblica Italiana, ogni qualvolta la situazione diventa fragile e a rischio, ogni qualvolta le tensioni sociali sono in aumento, quando a Qualcuno può tornare utile, vede comparire sigle e trame nere. Dalla “strategia della tensione” ad oggi fino alle “stragi di mafia” (la “Falange Armata”) di inizio Anni Novanta, i neofascisti tornano sempre. Più o meno periodicamente il pendolo oscilla continuamente. L’Espresso recentemente ha denunciato in copertina l’avanzata della NazItalia. E nella guerra ai migranti, l’innalzare di muri e barriere alla frontiera, non potevano mancare. Ovviamente nulla di paragonabile a quanto appena ricordato, siamo su piani completamente diversi. Ma il dato di fatto è questo.

“Generazione Identitaria”, un gruppo di estrema destra italiano anti-immigrati, è comparso sulla scena  all’inizio di maggio. Un blitz improvviso ha bloccato  la nave di SOS Mediterranée, una delle organizzazioni non governative impegnate nei soccorsi nel Mediterraneo.

L’organizzazione, insieme a estremisti di destra francesi e tedeschi, anima Defend Europe. Un network identitario europeo con l’obiettivo di acquistare navi per ostacolare deliberatamente le azioni di salvataggio nel Mediterraneo. L’acquisto doveva essere finanziato all’inizio tramite il crowfounding su Paypal. Che ha, però, interrotto la raccolta fondi per rispedire ai donatori le cifre devolute. Scelta simile a quella del Crédit Mutuel. Nonostante questi ostacoli Generazione Identitaria e i suoi omologhi europei sostengono di aver raccolto 76.000 euro. Come è stato possibile resta sostanzialmente un mistero, sull’origine dei fondi non si hanno notizie ufficiali certe. Ed è solo il primo di vari misteri e zone d’ombra della vicenda. Con la cifra raccolta hanno acquistato  la nave “C-Star” che da Gibuti doveva approdare a Catania. La notizia ha portato alla mobilitazione la Rete Antirazzista Catanese e molte altre associazioni. Una lettera con oltre 30 firmatari è stata inviata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Presidente della Regione Sicilia e a Prefetto, Questore, Presidente dell’Autorità Portuale, Comandante della Capitaneria di Porto e Sindaco di Catania per chiedere di impedire alla C-Star di utilizzare il porto siciliano. Ma a Catania non sono mai arrivati.   Il prof. Fulvio Vassallo Paleologo ha reso noto che la nave era stata bloccata a Porto Suez. Una nave, sottolinea Vassallo Paleologo, che avrebbe già varie volte cambiato nome e bandiera (dovrebbe essere nata sotto bandiera mongola e precedentemente era chiamata Suunta). Secondo il gruppo  antirazzista inglese “Hope no thate” le autorità navali a Suez aveva assunto il controllo della nave per “una questione di sicurezza a causa della mancanza di documentazione”. L’Independent ha dato la notizia che ci sarebbero state irregolarità anche nella registrazione dell’equipaggio a bordo.

Il 25 luglio il sito d’informazione turco-cipriota Bağımsızlık Yolu ha dato notizia dell’ingresso nel porto di Famagusta, nella zona turca di Cipro. Alla dogana sarebbe stato dichiarato che è “una nave dell’UE che mira a salvare i rifugiati dal mare”. Ma, sottolinea l’autore dell’articolo, una nave UE non sarebbe entrata in Europa passando per il porto di Famagusta. Molto probabilmente la nave, concludono, è la C-Star. E, prima della ripartenza verso Tunisi, 20 membri dell’equipaggio sono scesi a terra.  Un’altra testata turco-cipriota, Kibris Postasi Gazetesi, il 26 luglio ha dato la notizia che la nave era stata addirittura evacuata e il capitano arrestato (insieme al suo vice) per sospetta falsificazione dei documenti e “traffico di esseri umani”. Intervistato dal Guardian, Faika Deniz Pasha, l’avvocato della Refugees Rights Association (unica organizzazione che si occupa dei migranti a Cipro Nord), ha reso noto che i 20 membri scesi a terra sarebbero  migranti provenienti dallo Sri Lanka. Alle autorità locali avrebbero dichiarato di aver pagato 10.000 euro per poter giungere in Italia. Praticamente quelli che dovevano solcare il Mediterraneo per contrastare l’immigrazione sono stati accusati di aver fatto da autisti a dei migranti. Ma 24 ore dopo alla nave è stato consentita la ripartenza. Secondo lo scrittore franco-greco Yannis Youlountas  dietro il rilascio della C-Star c’è stato “un intervento politico in alto”, accusando il governo di Cipro Nord di sudditanza verso Turchia e Russia. E, sottolinea, “Putin osserva con attenzione l’agitazione fascista in Europa e la sostiene già in diverso modo”.

In un video pubblicato sulla propria pagina facebook il 30 luglio “Generazione Identitaria” sostiene di aver già imbarcato in alto mare i membri dell’equipaggio che dovevano salire a Catania. Attivisti ciprioti che stanno seguendo l’evolversi della vicenda hanno confermato che, il giorno prima, un’altra imbarcazione per lungo tempo si è affiancata alla C-Star. Potrebbe, quindi, essere vero quanto sostenuto sul popolare social network. Ma, di fatto, certezze non ce ne sono. Resta uno dei tanti punti irrisolti di questa vicenda. Dopo essere ripartita da Suez, secondo i sistemi di tracciamento navali (AIS) la C-Star aveva dichiarato Tunisi come destinazione. Ma è, invece, approdata a Cipro e Tunisi è stata cancellata dall’AIS. E non è l’unico “mistero informatico”. Il giorno prima dell’approdo a Cipro, sul profilo twitter di Defend Europe un post “accusava” la ong Open Arms di trovarsi “ad appena un miglio dalle coste libanesi”. Al post era allegata lo screen shot di Marine Traffic, il sito che monitora le rotte marittime. Ma, in realtà, la nave della Ong spagnola era in navigazione tra la Libia e la Sicilia. Il sospetto della stessa Marine Traffic è che ci sia stata una deliberata azione di hackeraggio del sito.

Sul sito di “Hope non thate” è stato pubblicato un vero e proprio dossier su Defend Europe e la C-Star. L’armatore della nave è lo svedese Sven Tomas Egerstrom, legato a una serie di società attive nel settore della sicurezza e specializzate nella difesa privata con impiego di ex militari mercenari russi e ucraini, condannato in Svezia a due anni e mezzo per frode nel 2002. Il leader del ramo tedesco di Defend Europe, Daniel Fib, ha affermato che la nave avrà a bordo “personale di sicurezza”. La circostanza, unita al legame con il mondo militare e paramilitare dell’armatore, ha portato alla conclusione “Hope no thate” che sulla C-Star ci fossero mercenari armati. Secondo una ricostruzione di Andrea Palladino su Famiglia Cristiana la Suunta apparteneva alla Sovereign Global Solution, una società specializzata in sicurezza marittima privata fondata dal francese Jerome Paolini e da Bruno Pardigon. Wikileaks riporta che Pardigon avrebbe supportato tramite una sua precedente società – la Djibouti Maritime Security Services – la statunitense Blackwater in operazioni antipirateria. La stessa Blackwater, legatissima all’amministrazione Bush, nota per la sua presenza in Iraq dopo l’inizio della guerra lanciata dall’ex presidente USA. Nel 2014 quattro contractors della BlackWater sono stati condannati per il “massacro di piazza Nisour” avvenuto nel 2007. Anno nel quale, di fronte a sempre maggiori accuse contro la società USA, il governo iracheno la espulse dal Paese. Dopo i fatti iracheni la società cambiò nome prima in XE Services e poi in Academi. Nome con il quale, nel 2014, comparve in Ucraina al fianco dei neonazisti durante il colpo di Stato che rovesciò il governo.

Dopo aver ostacolato l’azione delle navi umanitarie, aveva dichiarato Generazione Identitaria, la C-Star  punta a mettersi in contatto con la guardia costiera libica. Scopo di tutto, riconsegnare i migranti per il ritorno nel paese nordafricano. Obiettivo finale sarà quindi quello di scoraggiare l’arrivo in Italia e collaborare con la Guardia Costiera Libica. Ma, in realtà, gli unici di cui è documentata la collusione coi trafficanti è proprio la Guardia Costiera Libica. Un reportage realizzato da L’Espresso e Unicef denunciò mesi fa che ci sono militari della guardia costiera libica che arrestano i migranti in mare per venderli a milizie armate. Sempre su L’Espresso Giovanni Tizian nel maggio scorso denunciò quel che accade nei mezra, i lager libici per migranti. Torture, sevizie, violenze di ogni tipo, stupri sono all’ordine del giorno. Ma, per chi vuole avere buona memoria, sono le stesse denunce che già – nel silenzio dei grandi mass media e di larghissima parte dell’opinione pubblica – associazioni, movimenti, Gabriele Del Grande sul proprio blog e in “Come un uomo sulla terra” ed altri documentarono anni fa. Un’inchiesta di “The Post Internazionale” ha denunciato che “il capo della guardia costiera a Zawiya, Abdurahman Milad, è una delle figure chiave del traffico di esseri umani nella regione. Milad è accusato di avere legami con le milizie di Tripoli che portano i migranti dal Sahara alla costa, prima che siano imbarcati verso l’Italia”.

Il sindaco di Catania Bianco ha dichiarato all’Independent che chiederà di bloccare l’approdo della nave, definendo i militanti di Defend Europe persone che vorrebbero essere “uomini di legge senza averne l’autorità”. Stessa decisione del sindaco cretese di Ieraptera Theodosios Kalantzakis, che ha dichiarato Defend Europe ospite non gradito perché il suo comune è “una cittadina antifascista e i rifugiati sono stati sempre i benvenuti”. La C Star aveva stazionato a 12 miglia dalla riva di Creta per quasi 24 ore, in attesa di un lasciapassare all’attracco che è stato rifiutato dalla locale capitaneria di porto. Dopo alcune azioni di disturbo, impossibilitati ad entrare a Tunisi dopo un’ampia mobilitazione sociale, alcune fonti hanno dato per giorni la C-Star in profonda difficoltà quasi alla deriva nel Mediterraneo (persino con carburante in esaurimento). Tra il 10 e l’11 agosto il rifornimento del carburante viene dato come effettuato con la nave che è tornata in viaggio. Passano alcune ore e la nave viene segnalata dalle agenzie stampa nuovamente in panne, addirittura forse alla deriva. Gli identitari lanciano un SOS raccolto dalla Capitaneria di Porto di Roma (dove ha sede il Coordinamento delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo), che chiede alla nave della Ong Sea Eye di soccorrere la C-Star. Ma gli identitari rifiutano il soccorso, affermano di aver risolto quella che definiscono una banale avaria e di essere ripartiti. Il 15 Agosto per due ore la Guardia Costiera Libica ha sequestrato la nave Golfo Azzurro della Ong spagnola ProActiva, in acque internazionali ma rientrati nella zona SAR proclamata dal governo di Tripoli. Nelle ore precedenti i militanti di Defend Europe su facebook  avevano sostenuto di aver seguito la nave e averla segnalata alla Guardia libica. Che però, ha reso noto su “Famiglia Cristiana” Andrea Palladino avrebbe ordinato anche agli identitari di allontanarsi. E proprio Andrea Palladino è tra i due giornalisti che, denunciano varie fonti, è stato oggetto di minacce per gli articoli sulla genesi e il viaggio della C-Star. Su un blog viene anche definito, tra un insulto e l’altro, “sedicente free lance, nei fatti un povero Cristo” e – insieme a Famiglia Cristiana – “immondizia. Di quella particolarmente puzzolente”. Durissima la reazione di Beppe Giulietti e Lorusso (FNSI)che, insieme al Comitato di redazione della Periodici San Paolo,  che attaccano il gruppuscolo di razzisti neofascisti” e il loro “video offensivo e intimidatorio nei confronti del collega Andrea Palladino”. L’indagine di Palladino, sottolineano, “ha colpito nel segno” e il giornalista non soltanto non è solo (come loro sostengono) ma ha piena solidarietà e “la sua inchiesta proseguirà rinforzata da altri colleghi, e altri giornalisti ne riprenderanno e continueranno il lavoro di approfondimento”. Minacce vengono denunciate anche dal giornalista (collabora con Contropiano) e militante USB di Catania Orazio Vasta. “Come militante dell’USB e come giornalista, insieme ad altri colleghi e compagni – scrive Vasta – mi sono occupato della nota nave nera” ricordando le iniziative antirazziste attivate alla notizia che la C-Star potesse arrivare a Catania (cosa non avvenuta, come abbiamo già riportato. “Dal 20 luglio – denuncia Vasta – sono iniziate le telefonate anonime con le minacce fasciste” in una delle quali una voce anonima dice “Orazio Vasta, sei convinto che non riusciremo a raggiungerti? Sono io quello che ti spaccherà il fegato”.

Il 17 Agosto Generazione Identitaria scrive sulla propria pagina facebook che, essendo rimasta solo una Ong in azione nel Mediterraneo, la missione di Defend Europe è conclusa. Ma, proclamano, non si fermeranno le loro attività. Il 13 Agosto, sempre su facebook, avevano pubblicato la locandina di un “campo identitario italo-sloveno” che si dovrebbe tenere dal 25 al 27 Agosto.

 

Alessio Di Florio

Pubblicato su http://www.lagiustizia.info ma non più presente dopo la ristrutturazione del sito

 

 

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.