Frizullo – Alessio Lega

La notte color del vino vomitò ancora una nave
carica di kurdi, una nave carretta – come si dice – dal mare
una nave disperata, della solita disperazione
salpata dalla Turchia rotta contro l’illusione.
Sulla fiancata graffiata, scavata una scritta misteriosa:
«Frizullo» diceva: un nome, un monito, qualcosa…
Cosa vorrà mai dire? un Dio, un tribuno, un’accusa?
Sul fianco di quella nave una ragione, una scusa?

Che cosa ancora brilla dal fondo senza ritorno?
Che cosa ci tiene in piedi, che cosa ci tiene a giro?
Increspato di schiuma c’è chi tenta un respiro
sentinella nella sentina da che parte viene giorno?

«Frizullo» non è una parola di una lingua proibita
non è un codice sacro, né una sfida agguerrita
«Frizullo» è un nome storpiato, precisamente un cognome
sta per «Dino Frisullo», come dire, attenzione!
Noi siamo i suoi amici, i parenti, i suoi protetti, i suoi figli
siamo quelli di Frisullo, dischiudete gli artigli
e lasciateci passare, alla faccia dell’assassino
è una lotta per la vita, ci dà una mano Dino…

Sentinella pallida e assorta nel mezzo del fumo grigio
c’è qualcosa che schiude i denti, che telefona e sfida
però se tendi l’orecchio qui tutto quanto grida
e ride mentre tu dormi la morte del pomeriggio.

Dino Frisullo fu un militante di Avanguardia Operaia
poi finì il sessantotto e si archiviò la battaglia:
«Contrordine compagni, non si cambia più il mondo
anzi, cambiatevi d’abito e restate sul fondo»
Ma Dino Frisullo sul fondo inciampò nella coscienza
come una bomba innescata, un futuro di resistenza
e fondò e fuse e diffuse più d’una associazione
lo scopo? Salvare il mondo, pensa che ostinazione!

Capitano, la mia casa fa acqua, s’è diroccata
i tappeti marciscono e tutto mi sembra idiota
c’è musica in ogni bar, ma non si muove una nota
l’annunciatrice annuncia il programma della serata.

Dino Frisullo era dietro tutti i migranti, sempre presente
fu arrestato in Turchia e condannato, innocente
ma di quell’innocenza aggressiva, che non è una consolazione
e quando fu liberato tornò in trincea con quel nome…
Che perciò i kurdi se lo scrivevano sul fianco d’ogni barcone
«Frizullo», «Firosillo», insomma: grande protezione
e mentre un tumore se lo portava in un lampo
aveva l’aria scocciata come per un contrattempo.

C’è ancora una nave a Brindisi che il nero non inghiotte
che il buio non s’è mangiata col suo passo sicuro
da lì qualcosa ancora sta fissando lo scuro
sentinella, sentinella a che punto resta la notte?

Sentinella tu dimmi a che punto è la notte.

17 luglio 2006

Dino Frisullo era un bravo giornalista che aveva messo al servizio degli ultimi, dei migranti, dei Kurdi tutta la sua vita: un’anima bella, cioè un rompicoglioni. (Alessio Lega)

La voce di Wikipedia dedicata a Dino Frisullo http://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Frisullo (con link anche ad un mio articolo su PeaceLink – Telematica per la Pace)

 

di Alessio Lega

Fonte: http://alessiolega.bandcamp.com/ (è possibile ascoltarvi o acquistarvi la canzone Frizullo e altre canzoni dell’album Malatesta, o l’intero album)

 

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.