Rotture di Vespa/2

COP-mancini.indd Era previsto un altro tema per questo secondo capitolo* . Ma quest’articolo de Il Germe di stamattina https://www.ilgerme.it/editoria-e-monnezza/ mi ha imposto di cambiare. Che forse il tema che avevo scelto domani sarà ancora più calzante. L’articolo de Il Germe ricorda quanto la partita dei rifiuti in Abruzzo, tante volte mi è capitato di scriverlo, sia una partita di devastazioni, inquinamento, cittadinanza avvelenata in aria, in terra e in acqua. E pure di pappa reale. Nell’articolo si riportano alcuni fatti relativi all’imprenditore di editoria e monnezza. La grande sperimentazione fu annunciata in consiglio regionale nel 2013, epoca di chiodi e di dalmazio (che, come passa il tempo, quest’anno alle regionali appoggiò legnini e sarebbe diventato assessore in caso di vittoria di quest’ultimo…). Azzeramento discariche, dimezzamento imposte, mancava solo che si annunciasse la trasformazione di acqua in vino e birra al motto “l’acqua fa male, il vino fa cantare e chi beve birra campa cent’anni”. A Sulmona una discarica c’è ancora, e in queste settimane sta facendo sentire alla grande la sua presenza, le imposte non so se son cambiate. Sempre Il Germe ricorda che l’inventore di questo miracolo della tecnologia ambientale è stato coinvolto anche in varie inchieste. Ad oggi non mi risultano comunque condanne. Ma l’attezione vorrei spostarlo sull’ultima, quella al cui centro c’è l’accusa di sversato oltre 57mila tonnellate di compost avvelenato nelle campagne tra Latina e la Capitale. Mi ricorda un altro soggetto, che però ha portato monnezza da queste parti non si sa come e perché, ma sarà cronaca del futuro … Comunque l’inventore reale è tra gli indagati. Dominus è l’Ugolini (non il conte della letteratura, quello è Ugolino) passato indenne da tante inchieste degli ultimi decenni. Finì persino nelle carte dell’inchiesta Adelphi, partita dalle rivelazioni di Nunzio Perrella e che in procedimento parallelo a Roma vedeva come dominus Michele Senese, “o pazzo” tra i quattro “Re di Roma” (come li definì in un’inchiesta su L’Espresso Lirio Abbate) del mondo di mezzo di Mafia Capitale. E di lui scrisse nelle sue informative Roberto Mancini, lo cita anche Nello Trocchia a pagina 74 di “Io morto per dovere”, la straordinaria e documentatissima biografia del poliziotto comunista che per primo scoprì la “Terra dei Fuochi”. Gira che ti rigira qua in Abruzzo i fatti, quando si parla di munnezza e affari, non si vedranno mai sulla superficie. E mai isolarli nella cronaca di un mattimo. Si collegano, si intrecciano, si perdono nei labirinti. E come in un gioco dell’oca si parte convinti di essere un’isola e con una convinzione. E alla fine si approda sempre dalle stesse parti.

 

SianiVespa

 

 

 

* Il 20 settembre è il compleanno di Giancarlo Siani, il 23 l’anniversario del suo assassinio, il 27 il primo della morte di Peppe Vespa, storico giornalista indipendente aquilano. Dal 20 al 27 settembre ogni giorno verrà riportata qui una notizia sottaciuta, sottovalutata, che non ha provocato la sacrosanta netta indignazione, che non ha avuto a dovere lo sguardo come doveva. Quello sguardo che Peppe Vespa e Giancarlo Siani hanno avuto.

“i giornalisti giornalisti portano i notizie, i scup e chill è rottur e cazz e fann mal assai…”

e’ rottur e cazz, parafrasando Danilo Dolci, fanno seminare domande e quando maturano pretendono che germinino risposte.

le rotture ‘e cazzo riempiono le giornate di dubbi, incertezze, ansie, amarezze, fann viv nu schif e sentire ogni giorno inadeguato, non all’altezza, tolgono gioie, felicità, quelle piccole e grandi cose che allietano l’esistenza e ti fanno vivere una vita normale, senza patemi, col cuore che nin zi scarc’ tutt li sand mument … ma quando sei nato come lo scorpione della favola di Esopo, com cazz si fà a cambiare? E la stanchezza alla fine ti esaurisce, implori una Sant’Elena anche in comproprietà, ma non ce la si farà mai …

Ma nonostante tutto, nonostante quel che ci circonda, nonostante la vita ogni giorno invita a fare gli impiegati come dice Sasà in questo estratto di Fortapasc, l’augurio più bello è per noi che stiamo ancora qua. Come disse sul letto d’ospedale poco prima di morire Roberto Mancini, non amalgamarci perché non è finito nu cazz…

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.