Rotture di Vespa/3

unnamed-680x365_c Il capitolo di oggi è obbligatorio sui nuovi importanti risvolti positivi per Fanpage.it di “Bloody money” e che possono essere approfonditi su questi link https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10162360975815010&set=a.10150711950660010&type=3&theater  https://www.fanpage.it/attualita/conseguenze-dellinchiesta-bloody-money-procura-tutti-archiviati-perche-il-reato-e-impossibile/

La riflessione del direttore Piccinini mi ha fatto subito tornare in mente il “concetto etico del giornalismo” di Pippo Fava. Quel concetto che era sicuramente anche di Giancarlo Siani e Peppe Vespa. “Un giornalismo fatto di verità, impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze, che non è stato capace di combattere”. Un giornalismo che denuncia e documenta quotidianamente i crimini di ogni potere, sopraffazione, violenza. Che si china sulle ferite e sui feriti (ma anche morti) di questi crimini, si batte dove possibile per lenirle e per la giustizia. E poi ripenso anche alle tante, piccole e grandi, oscenità criminali del potere qui nella provincia abruzzese. Alle sue trame, ai tanti che animano e lucrano (nel senso ampio del termine) nel sottobosco di capibastone, clientele, affaristi, traffichini e altra fauna simile. Alle volte in cui quel che Fanpage.it, ma non solo, ha denunciato sul fronte dei rifiuti in Campania e non solo. E alle connessioni con i territori d’Abruzzo. Qualche anno fa emerse che ricette mediche abruzzesi e siciliane sono finite nei rifiuti delle discariche abusive, bruciate nei roghi tristemente noti anche alla cronaca nazionale, di Afragola. Sono passati 3 anni ma, nonostante in due abbiamo provato a rilanciare la denuncia varie volte, mai è stata fatta piena luce su questa vicenda. Come su tante vicende, dai rifiuti (la rotta adriatica dei Casalesi passava anche per qui – come riportato anche in una videoinchiesta di Fanpage.it nella quale fui intervistato anch’io – e già negli anni Novanta varie inchieste – come tante volte ho riportato in articoli e comunicati – hanno documentato traffici di rifiuti finiti dal Nord Italia dalle cave della Marsica alla ex fornace di Tollo) a tanto altro di cui si è scritto e detto in questi anni. Tanto alcuni abbiamo provato a scrivere, denunciare e documentare in questi anni. Articoli e comunicati li ho disseminati, per esempio, tra il sito dell’Associazione Antimafie Rita Atria, il sito nazionale del Movimento delle Agende Rosse, PeaceLink, Pressenza, Giustizia, Q Code Magazine, Le Siciliane/Casablanca – storie dalle città di frontiera, I Siciliani Giovani, Antimafia2000, TeleJato, Comune-Info, Articolo21, Libera Informazione, Controlacrisi.org e altri. Ma di fronte a noi c’è un lavoro immenso. E l’immagine di questo post – stralcio ingrandito di un verbale dell’ARTA (datato a 10 anni fa circa) di ispezione alla discarica del basso abruzzo oggi sequestrata e oggetto di una indagine per l’approdo di rifiuti, durante la gestione di un soggetto coinvolto in Puglia in varie indagini, da Lazio, Campania e Puglia – sta lì a testimoniarlo. Una discarica, come ogni tanto ho ricordato, finita la prima volta in inchieste della magistratura (all’epoca finita nel nulla) addirittura 24 anni fa. Partendo dalle indagini sull’assassinio dell’avvocato pescarese Fabrizi. Le stesse indagini che spazzarono via, a partire dalle amministrazioni di Chieti, Pescara e regionale, una gran parte della classe politica dell’epoca…

SianiVespa

Il 20 settembre è il compleanno di Giancarlo Siani, il 23 l’anniversario del suo assassinio, il 27 il primo della morte di Peppe Vespa, storico giornalista indipendente aquilano. Dal 20 al 27 settembre ogni giorno verrà riportata qui una notizia sottaciuta, sottovalutata, che non ha provocato la sacrosanta netta indignazione, che non ha avuto a dovere lo sguardo come doveva. Quello sguardo che Peppe Vespa e Giancarlo Siani hanno avuto.

“i giornalisti giornalisti portano i notizie, i scup e chill è rottur e cazz e fann mal assai…”

e’ rottur e cazz, parafrasando Danilo Dolci, fanno seminare domande e quando maturano pretendono che germinino risposte.

le rotture ‘e cazzo riempiono le giornate di dubbi, incertezze, ansie, amarezze, fann viv nu schif e sentire ogni giorno inadeguato, non all’altezza, tolgono gioie, felicità, quelle piccole e grandi cose che allietano l’esistenza e ti fanno vivere una vita normale, senza patemi, col cuore che nin zi scarc’ tutt li sand mument … ma quando sei nato come lo scorpione della favola di Esopo, com cazz si fà a cambiare? E la stanchezza alla fine ti esaurisce, implori una Sant’Elena anche in comproprietà, ma non ce la si farà mai …

Ma nonostante tutto, nonostante quel che ci circonda, nonostante la vita ogni giorno invita a fare gli impiegati come dice Sasà in questo estratto di Fortapasc, l’augurio più bello è per noi che stiamo ancora qua. Come disse sul letto d’ospedale poco prima di morire Roberto Mancini, non amalgamarci perché non è finito nu cazz…

 

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.