L’Acqua è bene comune non bene partitico! E’ necessaria una svolta immediata

Comunicato stampa di Associazione Antimafie Rita Atria, Associazione Culturale Peppino Impastato, PeaceLink Abruzzo e Sinistra Anticapitalista Abruzzo

Alla luce di quanto avvenuto nelle ultime settimane riteniamo doveroso tornare a soffermarci sulla gestione del servizio idrico. In Provincia di Chieti non si è ancora concretizzato il superamento di quella che possiamo definire una “convivenza forzata” tra Isi e Sasi già nei mesi scorsi, mentre i cittadini soffrono croniche mancanze d’acqua. Altri 4 mesi sembrano passati invano. Mentre le famiglie festeggiavano a tavola la chiusura delle feste natalizie, nel giorno ad esso dedicato, la Befana ha consegnato un dono tutt’altro che atteso e benvoluto: la notizia che per tutta la giornata successiva il servizio è stato sospeso per un “intervento urgente”. Situazione ripetutasi poi altre due volte nel mese scorso!

Sfogliando i quotidiani delle ultime settimane si leggono ancora schermaglie tra PD e centro-destra (ma non solo) su fusione Isi-Sasi e/o scioglimento dell’Isi con il centro-destra che ha abbandonato l’assemblea della seconda in disaccordo con quanto proposto, dubbi, critiche e accuse variamente distribuite sull’attuale gestione. In tutto questo i cittadini continuano a subire periodiche mancanze d’acqua e a temere (e subire quando avvengono) nuovi aumenti delle bollette. Aumenti tra i quali sono compresi quelli previsti dal nuovo Piano d’Ambito, approvato nel 2011 e che varrà fino al 2032, con i quali si sono scaricati sui cittadini i costi di 105.881.397 euro di investimenti mai effettuati e di 65.000.000 di euro di ricavi in meno rispetto al previsto (principalmente per errori di valutazione) previsti nel Piano d’Ambito approvato nel 2003, così come il Forum dei Movimenti per l’Acqua Pubblica ha ripetutamente ricordato negli anni scorsi.

Esattamente come appena avvenuto nell’ambito dell’ACA con la ratifica del concordato preventivo e del nuovo piano industriale per ripianare i 120 milioni di euro di debiti accumulati negli anni della precedente gestione (così come ripetutamente denunciato negli anni dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua Pubblica e da altre poche isolate voci). 69 milioni di debiti saranno ripianati con l’innalzamento della tariffa “suscettibile di soli incrementi” secondo il piano, contando sulla “agevole possibilità di recupero rafforzata dalla funzione deterrente esercitabile attraverso la riduzione del flusso di erogazione”. Una scelta contro la quale si è opposta, unico, solo il Comune di Castilenti con il voto contrario espresso dal vice sindaco Graziano Del Rocino, esponente di Sinistra Anticapitalista.

Insieme a comitati, movimenti e associazioni, torniamo ancora una volta a ribadire che è necessaria una svolta immediata e che la cittadinanza non può continuare a subire questa situazione. L’acqua è bene comune, collettivo, diritto umano vitale e prezioso. Principi sanciti da documenti internazionali e ribadito da 600.000 abruzzesi con i referendum del 12 e 13 giugno 2011 che, in tutta questa situazione, ancora attendono di essere pienamente rispettati.

Si rispetti la volontà dei cittadini e si porti al centro soltanto il bene comune, le esigenze della cittadinanza e la fine delle ripetute emergenze idriche. Consigli di amministrazione, società, diatribe da grandi partiti animate dall’uno o dall’altro a seconda di chi è maggioranza e di chi opposizione lascino il passo il primissimo possibile.

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.