Rotture di Vespa/9

orchiitalici

Ero indeciso su due temi per chiudere questa serie di post. Ma, come già accaduto giorni fa, l’irruzione della cronaca ha scompaginato i piani. E già questo dovrebbe far riflettere: nella nostra placida provincia – l’isola felice che qualcuno ancora spaccia – non fai in tempo ad indignarti per un crimine, una bestialità, una disumanità, un’ingiustizia che ne arrivano altri. La notizia è sta diffusa tra ieri e oggi. Ma già ora sembra finita nel dimenticatoio, superata e accantonata. Tutto passa, come sempre. Al massimo due stronzate qualunquiste sui social et voilà si passa oltre. L’ipocrisia dei finti piagnistei dei veri sciacalli ho già avuto modo di commentarla mesi fa a giugno su Pressenza https://www.pressenza.com/it/2019/06/i-finti-piagnistei-dei-veri-sciacalli-e-avvoltoi-contro-il-corpo-di-noa/ e – alla luce anche di vari fatti degli ultimi tempi – nulla aggiungo. Ridotta all’essenziale la notizia di queste ore è presto scritta: un arresto, prima della fuga in Romania, per sfruttamento della prostituzione. Un lui che con violenze e minacce per anni ha costretto una donna a prostituirsi. Per chi non vuol fermarsi al fast (and furious) food della “informazione” dovrebbe essere uno schiaffo in pieno viso, un pugno alla bocca allo stomaco che impone di aprire gli occhi e riflettere. Cercando un’immagine per questo post sul più famoso motore di ricerca web al mondo nella quasi totalità ho trovato foto di donne, ragazze, allusive, più o meno esplicite. Quasi mai la foto di o degli sfruttatori, non ne esiste dei maiali in doppiopetto e non che se ne strafregano dell’umanità, del dolore e della sofferenza e – in nome dei loro turpi e porci comodi – alimentano e lucrano uno dei traffici criminali più floridi e schifosi al mondo: quello della tratta sessuale.

La notizia di ieri è solo l’ultima di una lunga serie in Abruzzo. E tantissimo avviene in tutt’Abruzzo, dagli appartamenti di Montesilvano alla pineta (e, negli ultimi anni anche verso la zona universitaria se non il centro), dalla bonifica del Tronto alla Marsica. Fino al confine con il Molise, a San Salvo Marina. Negli scorsi anni alcuni giri di vite sono partiti per cercare di stroncare quel che avviene. Ma è cosa nota, risaputa. Esattamente come nei vari night club chiusi per “sfruttamento della prostituzione” negli anni. In altri casi negli anni per aggirare quanto imposto dalla legge alcuni “clienti” ottenevano appuntamenti privati fuori dal night stesso. Tutto risaputo, tutto noto. Nei bar, nelle piazze, nelle conversazioni di tanti. Basta nominare una zona residenziale di San Salvo Marina e il 99% di chi ascolta, senza nessuno stupore, ne è a conoscenza. L’indifferenza fa paura e il silenzio è uguale a morte. Squallidi, disumani, ipocriti, alimenti di crimini contro l’umanità e le peggiori mafie d’Italia e del mondo. Sepolcri imbiancati perché sono gli stessi borghesi, troppo spesso, che si riempiono la bocca dei “giovani che non hanno valori”, dell’importanza della famiglia, di indignazioni spicciole contro più o meno presunti degradi, contro il “diverso” e il “lontano” accusati di ogni colpa. Ma poi, che sia lo sfruttamento sessuale che alimenta le mafie nigeriane (si, anche da noi, anche in Abruzzo, su un’operazione per stroncare uno di questi traffici è stato realizzato un documentario televisivo trasmesso in prima serata https://it.dplay.com/nove/sirene/stagione-1-episodio-2-operazione-mafia-nigeriana/ ), dell’Europa dell’Est e delle ramificate, sempre sottovalutate e floride italiche.

L’indifferenza fa paura e il silenzio è uguale a morte perché si sa ma non si deve dire, si deve far finta di niente, è normale e c’è sempre stato. Il buon senso, il senso comune, la morale ipocrita borghese e di paese questo pretendono. Di paese ma in scala anche di più. Quante volte sentiamo parlare o scrivere di economia internazionale, rapporti tra Stati e imprese, turismo et simili? Tantissimo. Una larghissima parte della cronaca che quotidianamente consultiamo ne parla e la commenta. Ci sono dati che non vengono mai citati, da quanti bambini vengono sfruttati in Congo per estrarre il coltan o nel Sud Est asiatico per cucire vestiti e altro. O quante decine di migliaia di brave persone dall’Italia ogni anno strappa e violenta la loro infanzia per il peggior traffico criminale al mondo.

L’immagine di questo post è di un numero della rivista Amani, agosto 2007. In relazione alla denuncia della rivista di Amani Maurio Biani, l’autore della vignetta, sottolinea sul suo blog “Il nostro paese è al primo posto in Europa per domanda di sesso all’estero con minori. Sono circa 80mila i maschi italiani che ogni anno si recano in paesi stranieri — prima meta, il Brasile — con questa finalità. Il Triveneto è la regione più “attiva”. Nel marzo scorso è stato condannato un veronese (14 anni di reclusione e 65mila euro di multa) per reati sessuali all’estero, particolarmente in Thailandia. […]Esiste tutta una categoria di turisti – soprattutto fra i 45 e i 65 anni – che si reca in Kenya a caccia di situazioni che possano ravvivare la loro vita sessuale. I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Padre Kizito Sesana racconta: «Qualche tempo fa, con un amico, ho visitato la costa a nord di Mombasa, chiamata “la Costa Tedesca” a motivo della forte presenza di turisti dalla Germania. Era marzo, e i turisti erano pochi. Nel tardo pomeriggio siamo entrati in un bar per bere qualcosa di fresco e siamo restati colpiti dalle strane coppie sedute ai tavoli: uomini bianchi anziani con ragazzine, o con ragazzi adolescenti; donne bianche con ragazzi che potevano essere i loro figli o nipoti. Ancor prima di digerire la sorpresa, veniamo avvicinati da una serie di ragazzine e poi di ragazzi. Siamo usciti senza finire la birra» […] Il turismo sessuale è gestito da una complessa rete segreta. I luoghi di incontro sono ville ben riparate e vigilate, saloni di bellezza, centri per massaggi e residence. Fanno parte della filiera alcuni operatori turistici e alberghieri. In testa viene Mombasa, seconda città keniana e porto di rilievo. Qui, per soddisfare i marinai delle portaerei americane, arrivano ragazze fin dalla Repubblica Democratica del Congo, da Ruanda, Burundi, Uganda e Tanzania. I marinai pagano fino a 100 dollari a incontro. Ma ultimamente le portaerei scarseggiano… C’è poi Malindi, dove le ragazzine sostano nei dintorni delle spiagge degli alberghi […]

80.000, una cifra ripetuta 6 anni dopo in un articolo del Daily Telegraph tradotto in italiano da Internazionale.  Sempre nel 2007 dovrei averne scritto la prima volta su Unimondo.org. “Solo nel 3 per cento dei casi si tratta di pedofili, mentre la maggioranza è composta da uomini che solo quando si presenta l’occasione abusano di bambini” – dice il presidente di Ecpat-Italia. “Non basta dare la caccia agli orchi” – continua Scarpati. “Bisogna accendere la luce anche su quei viaggiatori che tutti gli anni si muovono verso mete esotiche alla ricerca di sesso con minorenni e che spesso restano impuniti“.

 

 

SianiVespa

Il 20 settembre è il compleanno di Giancarlo Siani, il 23 l’anniversario del suo assassinio, il 27 il primo della morte di Peppe Vespa, storico giornalista indipendente aquilano. Dal 20 al 27 settembre ogni giorno verrà riportata qui una notizia sottaciuta, sottovalutata, che non ha provocato la sacrosanta netta indignazione, che non ha avuto a dovere lo sguardo come doveva. Quello sguardo che Peppe Vespa e Giancarlo Siani hanno avuto.

“i giornalisti giornalisti portano i notizie, i scup e chill è rottur e cazz e fann mal assai…”

e’ rottur e cazz, parafrasando Danilo Dolci, fanno seminare domande e quando maturano pretendono che germinino risposte.

le rotture ‘e cazzo riempiono le giornate di dubbi, incertezze, ansie, amarezze, fann viv nu schif e sentire ogni giorno inadeguato, non all’altezza, tolgono gioie, felicità, quelle piccole e grandi cose che allietano l’esistenza e ti fanno vivere una vita normale, senza patemi, col cuore che nin zi scarc’ tutt li sand mument … ma quando sei nato come lo scorpione della favola di Esopo, com cazz si fà a cambiare? E la stanchezza alla fine ti esaurisce, implori una Sant’Elena anche in comproprietà, ma non ce la si farà mai …

Ma nonostante tutto, nonostante quel che ci circonda, nonostante la vita ogni giorno invita a fare gli impiegati come dice Sasà in questo estratto di Fortapasc, l’augurio più bello è per noi che stiamo ancora qua. Come disse sul letto d’ospedale poco prima di morire Roberto Mancini, non amalgamarci perché non è finito nu cazz…

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.