Rotture di Vespa

Megafoni, trombe e trombette da giorni ci raccontano della nuova avventura del rignanese. Alla ricerca di padroni e padrini a cui fare da trombette e tromboni è tutta una ricerca dei nuovi adepti, dei capibastone e dei nuovi referenti. Ben pochi si son concentrati sul prima, su cosa è accaduto nei mesi scorsi. Il Fatto Quotidiano ha riportato una lista di persone che hanno donato denari ai “comitati” (il cui nome è platealmente copiato da un film e da un movimento politico già esistente, giusto per far capì come sono vivi) del suddetto. E ovviamente l’Abruzzo non poteva mancare … la cifra, soprattutto rapportata alle altre, appare quasi irrisoria. Ma come noto in certi circoli e ambienti l’importante è esserci, è mostrare una presenza. E un euro, anzi 3.000 in questi casi, possono avere pesi e portarsi dinamiche che vanno oltre l’apparenza. E chi è quest’abruzzese? Guarda caso era ben integrato nel sistema di potere dell’ultimo ras delle clientele, dei potentati e dei dami d’Abruzzo.  Quei “lavori di casa” usciti indenni dai tribunali ma ben rappresentati nelle loro dinamiche di poteri e favori… Lo stesso angioletto dei cesari che si ritrova nella caduta del super zar d’Abruzzo, il cui impero dopo aver volato per anni e anni è inciampato in un paio di cimiteri, e in traffico di rifiuti e acque truccate da una parte e che pare siano partite anche da trivelle un po tanto zozze …

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SianiVespa Il 20 settembre è il compleanno di Giancarlo Siani, il 23 l’anniversario del suo assassinio, il 27 il primo della morte di Peppe Vespa, storico giornalista indipendente aquilano. A partire da oggi e fino al 27, ogni giorno verrà riportata qui una notizia sottaciuta, sottovalutata, che non ha provocato la sacrosanta netta indignazione, che non ha avuto a dovere lo sguardo come doveva. Quello sguardo che Peppe Vespa e Giancarlo Siani hanno avuto.

“i giornalisti giornalisti portano i notizie, i scup e chill è rottur e cazz e fann mal assai…”

e’ rottur e cazz, parafrasando Danilo Dolci, fanno seminare domande e quando maturano pretendono che germinino risposte.

le rotture ‘e cazzo riempiono le giornate di dubbi, incertezze, ansie, amarezze, fann viv nu schif e sentire ogni giorno inadeguato, non all’altezza, tolgono gioie, felicità, quelle piccole e grandi cose che allietano l’esistenza e ti fanno vivere una vita normale, senza patemi, col cuore che nin zi scarc’ tutt li sand mument … ma quando sei nato come lo scorpione della favola di Esopo, com cazz si fà a cambiare? E la stanchezza alla fine ti esaurisce, implori una Sant’Elena anche in comproprietà, ma non ce la si farà mai …

Ma nonostante tutto, nonostante quel che ci circonda, nonostante la vita ogni giorno invita a fare gli impiegati come dice Sasà in questo estratto di Fortapasc, l’augurio più bello è per noi che stiamo ancora qua. Come disse sul letto d’ospedale poco prima di morire Roberto Mancini, non amalgamarci perché non è finito nu cazz…

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.