Saluteremo il Signor Padrone

mondine-di-un-tempo-passato “Senti cà, beddu mio, antura che mi dicisti, cà l’operai cà nà i minieri, cà ottu uri, a testa ci firria, unn’ è veru nienti, picchì c’è un proverbio latino chi dici “ Mens sana in corpore sano” , quindi se l’operaio comincia a sbulunare ca ottu uri un ci può stare a travagghiari, vuol dire cà l’operaio fisicamente non sta bene, e quindi deve essere licenziato. Picchì nta na fabbrica siddu un sunnu buoni fisicamente e psichicamente, si debbono licenziare! Picchì a fabbrica avi a rendere, picchì u statu spende miliardi per mantenere a fabbrica. Agnelli per esempio, quanto spende per mantenere a Fiat? Ddù criaturi, e insumma cinni ricinu quantu un crastu, cà Agneddi accussì, Agneddi dà, Agneddi cà e invece Agnelli è un gentiluomo. Cà finanzia a Juventus, avi i partiti ri calcio, fa manciari a tutti. Si dice “Mancia e fai manciari”. Ca invece si dice “Mancia, mancia, manciati tutti cosi tu e u statu arresta diunu”, chistu buonu è, buonu è! Ooooohhhh! Ma finiemula di cugghiunari và! Pì quantu riguarda a mia stiessu, pì cù votu, u sacciu io pì cu voto! Haiu vutatu sempre p’a democrazia cristiana, picchì a democrazia cristiana è u megghiu partito d’u munnu che ci può esseri, picchì si c’hai a diri a unu curnutu nn’à facci, ci u puoi diri, chiaru e tunnu. E tu si patruni di sbattiti a testa au muru picchì sì libero di farlo! Va bene? A democrazia cristiana è u megghiu partiu, e io ringrazio a democrazia cristiana cà m’ha fattu arrivare cà. Ma ora siccome m’addugnu cà tutti i partiti i sinistra, a pensanu comu a democrazia cristiana, allura un lu sacciu comu m’a pensu alle prossime elezioni”

Da Vita mafiopolitana, Radio Aut 77, qui la trasmissione integrale https://www.youtube.com/watch?v=m8WKH3MilaM (dal minuto 9:15 circa) 

Quando sento riproporre nel 2018 ancora la teoria del gocciolamento e della ricaduta favorevole, che si può ragionare di aumentare ogni tassa ma guai a toccare le ricchezze dei super-ricchi. E nessuno che dica che forse forse sono i lavoratori che rischiano la fame e quindi a loro bisognerebbe alleggerire il carico

Quando sento che non bisogna far incazzare Marchionne e i padroni, e quindi zitto e mosca anche se ti trasformano in un ingranaggio e non puoi neanche andare in bagno, perché altrimenti chiudono e se ne vanno.

Quando sento che la colpa del caporalato non è della mafia o dei padroni ma gli immigrati, i meridionali, ecc. ecc. che sono troppi. E infatti bisogna reprimere gli impoveriti e i lavoratori, i migranti e i mendicanti. Ma la legge sul caporalato è un cappio che va eliminato

Quando, appena si accenna a stabilizzare i “riders” e restituire loro alcuni minimi diritti, si scatena la canea e subito si urla “non si devono punire le imprese”, si rischia di far soffocare l’economia, così scapperanno migliaia di imprenditori ecc. ecc.

Quando si affermare l’idea che bisogna reprimere i più deboli ed emarginati nelle categorie sociali ma i selfie con e i voti di mafiosi e camorristi ben vengano

Quando lor signori si sbattono all’inverosimile per salvare le banche ma i lavoratori finiscano pure in mezzo alla strada

Quando passano gli anni e nessuno scalfisce il potere di chi quotidianamente ammazza con un’inquinamento criminale ma lo schieramento del “non possiamo accettare che chiuda, va sostenuto assolutamente, tutto il resto è secondario”

Quando per anni e anni si devasta e avvelena territorio e poi ci si inventa sfacciatamente che si muore per obesità

Quando dall’alto si può quotidianamente insultare, additare, infangare. Ma se sei lavoratore devi solo tacere, guai se fai satira – anche solo una volta – contro il padrone

Quando quotidianamente c’è silenzio su ingiustizie, abusi, violenze, stupri, ecc. contro categorie sociali criminalizzate ed emarginate ma giornali e tv inseguono ogni alito del potente di turno e della vuota inutile meschina vita del super-vip dell’universo immerso nel suo mondo dorato

Quando succede tutto questo, e tanto altro, mi vien da ripensare al frammento di Vita mafiopolitana che ho riportato all’inizio del post. Sono passati oltre 40 anni ma siamo ancora lì …

 

 

 

 

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.