I vigliacchi delle false memoria e coscienze

è iniziato quello che anni fa definii in un articolo, ricordo fu pubblicato sul sito che curava allora anche da Salvo Vitale , il “maggio della memoria”: tutti bravi sulle tastiere, tutti bravi a correre verso la gara alla frase, immagine, retorica più pomposa e alta. Non ci vuole nulla e si fa pure na bella figura, sciacqua le coscienze (per chi ce l’ha, molti meno di quel che si può pensare), si pensa pure di fare politica e di essere impegnati.

 
Poi passa una giornata e, in attesa di quella successiva, resta solo la vita quotidiana vera, la concretezza e il vuoto pneumatico delle false coscienze, di chi continua a guardare lontano ma chiude occhi, orecchie, bocche e pure qualcos’altro. Non servono le mani pulite se rimangono in tasca ma è comodo, troppo comodo. E con le mani pulite in tasca si giudica pure, ci si crede pure più belli e bravi di chi invece s’immerge quotidianamente nel fango, nell’inferno e cerca veramente – anche commettendo errori e nell’imperfezione umana ma lo fa – di agire e cambiare lo stato di cose presenti. Concretezza che crea difficoltà quotidiana, che può trasformare la vita in un inferno di affanni, pericoli, rischi, minacce, boicottaggi, intimidazioni, isolamento, tentativi di delegittimazione e di ridurre al silenzio. Come sta accadendo, anche in questi mesi di emergenza sanitaria, sociale, economica, politica, a tante e tanti. Soprattutto su fronti caldi come la lotta alle mafie, alla corruzione, ai pre-potentati di ogni tipo. Subendo sempre più il peso dell’isolamento, dei bertoncelli fuori tempo massimo e di attacchi ripetuti. Rischiando ancor di più il peso dell’isolamento perché, nel momento in cui il web è la finestra più importante disponibile, si viene limitati, bloccati, braccati, cancellati dai social. Non per caso o per fato ma per vere e proprie aggressioni informatiche. Una volta si usavano solo le aggressioni fisiche, ora aumentano sempre più anche queste. Ci hanno provato mesi fa con Casablanca, nelle scorse settimane con WordNews, nei mesi scorsi è capitato persino a persone come Luana Ilardo, è successo anche ad altri attivisti antimafia e non solo. E sta capitando adesso anche a Nicoletta Genova, a cui rinnovo la vicinanza, la solidarietà e un forte abbraccio. A lei come a giornalisti con la schiena dritta, che meritano ogni supporto e considerazione, come Sarò Franco Fracassi e Fede IP autori di straordinari documentari e inchieste con The Indywrep – Indygraf WREP , e a persone straordinarie, umane, vitali come Ilaria Di Roberto , che ha subito – dopo l’inferno immenso delle violenze e dell’oppressione del patriarcato per anni e anni – la cancellazione di un profilo facebook dopo la denuncia di un nuovo crimine contro di lei, Fortunato Di Noto e Meter, che ogni giorno combattono l’inferno dei pedocriminali, alla campagna Questo è il mio Corpo della Papa Giovanni XXIII, impegnati a liberare quotidianamente milioni di schiave della schiavitù sessuale, alla Rete dei Numeri Pari che s’impegna e combattere per un’Italia più giusta, equa e solidale. A loro un abbraccio, vicinanza, solidarietà. E immense scuse perché vorrei esser loro più utile, vicino, presente. Ma, anche per esser io stesso vittima di queste aggressioni informatiche almeno da agosto/settembre scorso, tra quel che vorremmo e quel che è l’abisso è sempre enorme.

Pubblicato da Alessio Di Florio

Militante comunista libertario e attivista eco-pacifista, referente abruzzese dell’Associazione Antimafie Rita Atria e di PeaceLink, Telematica per la Pace. Collabora tra gli altri con Giustizia!, Telejato.it, Casablanca, I Siciliani Giovani e altri siti web. Autore di articoli, dossier e approfondimenti sulle mafie in Abruzzo, a partire da mercato degli stupefacenti, ciclo dei rifiuti e rotta adriatica del clan dei Casalesi, ciclo del cemento, post terremoto a L'Aquila, e sui loro violenti tentativi di dominio territoriale da anni con attentati, intimidazioni, incendi, bombe con cui le mafie mandano messaggi e tentano di marcare la propria presenza in alcune zone, neofascismo, diritti civili, denunce ambientali tra cui tutela coste, speculazione edilizia, rischio industriale e direttive Seveso.